Associazione Teatro di Buti
VOCI DI FAMIGLIA
di Harold Pinter
regia Dario Marconcini
con Un giovane: Emanuele Carucci Viterbi
Una donna: Giovanna Daddi
Un uomo: Dario Marconcini
scene e luci Riccardo Gargiulo e Valeria Foti
costumi Giovanna Daddi
foto di scena Paolo Foti
"Voci di famiglia (Family voices) scritta nel 1980 è andata in onda sulla BBC il 22/01/1981... le voci narranti sono tre; quella del figlio, quella della madre e infi ne anche quella del padre, che sembra provenire da una tomba di vetro.
è una commedia epistolare in cui ognuno racconta la propria quotidianità e le proprie esperienze.....voci che si parlano senza ascoltarsi; lettere probabilmente mai scritte o forse scritte e mai spedite o che comunque il destinatario non ha mai ricevuto".
A. Serra.
"I miei personaggi mi dicono quel tanto che basta per farmi capire quali esperienze hanno vissuto, quali sono le loro aspirazioni, qual è la loro storia. Tra la mancanza di dati e l'ambiguità di ciò che dicono vi è un territorio che non solo vale la pena, ma che non si può fare a meno di esplorare.
I personaggi prendono forma su una pagina, il più delle volte è una forma quasi inespressiva perchè si concedono pochissimo e sono inattendibili, vaghi, evasivi, contrastanti, maldisposti. Ma è solo grazie a queste caratteristiche che nasce un li nguaggio, il linguaggio che nasconde ciò che non viene detto."
Harold Pinter
"Mi chiedo se ci porremo mai il problema del linguaggio che usiamo. Rientra nelle nostre capacità? La realtà resta essenzialmente al di fuori del linguaggio, distinta, ostinata, estranea, non suscettibile di descrizione? La corrispondenza precisa e vitale tra ciò che è e la percezione che ne abbiamo è impossibile? Oppure siamo costretti a usare il linguaggio solo per offuscare e distorcere la realtà-distorcere ciò che è- per distorcere ciò che accade- perchè ne abbiamo paura?"
Harold Pinter
Ed ora sta a noi, che dobbiamo dar voce e corpo a questo dramma, restituire o rispondere con le nostre inquietudini a tali domande e cercare di nuovo a pensare all'uomo come esperienza, al teatro come strumento per vedere e all'attore come esploratore del mistero.
Con"Voci di famiglia"continua il nostro viaggio nel mondo di Pinter . Dai territori della memoria che si va a perdere dove si alternavano squarci di buio e momenti di tenerezza (Silenzio), si passa a un rapporto familiare tra un figlio e una madre ,lontani,in abitazioni diverse , dove il ricordo del padre morto e immanente scatena nostalgia e rancori e dove l'andar via dalla famiglia vuol dire essere in balia di una umanità che nel rapporto di conoscenza nasconde tentativi di sopraffazione e corruzione e dove la solitudine e' la compagna che alimenta improvvisi slanci di odio e di amore insieme a momenti di abbandono.
Dario Marconcini