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Associazione Teatro Buti

PROGETTO JEAN MARIE STRAUB - dall’opera di CESARE PAVESE

DUE ATTI UNICI PER IL TEATRO


Atto Primo - IL GINOCCHIO DI ARTEMIDE
dal dialogo “La Belva”

con Andrea Bacci e Dario Marconcini


Atto Secondo - LE STREGHE
primo dialogo con Leucò

con Giovanna Daddi e Giovannella Giuliani


direzione tecnica Riccardo Gargiulo


Pura emozione.

Così unanimemente viene accolto l’evento teatrale che vede - proposti in un unico spettacolo - i due atti unici per il teatro, diretti da Jean Marie Straub, tratti dall’opera di Cesare Pavese.

I due momenti, sono legati l’uno all’altro da una sorta di necessità, che va oltre il fatto di appartenere ai primi (in ordine di composizione) dei Dialoghi con Leucò.

Le streghe (dal primo dialogo con Leucò) ed Il ginocchio di Artemide (dal dialogo La Belva), hanno infatti lo stesso nucleo tematico, che subisce una sorta di ribaltamento nel loro avvicendarsi: nel primo, tocca alla dea Circe, evocando il suo incontro con Odisseo, scoprire in sé un desiderio di umanità, quasi una nostalgia, per una sorte mortale intravista solo per una sera, che di immortale ha solo il ricordo che porta e il ricordo che lascia. Nel secondo, Endimione ha incontrato la dea vergine, l’innominabile, la belva del titolo originale. E l’uomo si sente schiacciato da questo incontro che non lascia scampo, che toglie pace al sonno e condanna alla solitudine.

La lettura di Straub diventa partitura potente, in continua trasformazione attraverso il lavoro condotto insieme agli attori e dentro al testo di Pavese, autore che a Straub interessa, perché: “non si compiace di se stesso”.

Da circa dieci danni Jean Marie Straub ha trovato a Buti ospitalità creativa presso il Teatro Francesco di Bartolo diretto da Dario Marconcini. Ed è qui che sono nati gli ultimi lavori, secondo una modalità produttiva oramai sperimentata, in cui la messa “in scena” anticipa e prepara la messa “in spazio” davanti alla cinepresa. La trasposizione filmica di Le Genou d’Artemide, è stata presentata al Festival del Cinema di Cannes ed. 2008, nella Sezione Quinzaine des Realisateur. Quella relativa a Le Streghe, sarà presentata in prima assoluta a Parigi il 9 marzo 2009, presso la Cinemathèque Française.

Due atti unici imperdibili, straordinario risultato di un prezioso assunto: gli anni di amicizia e d’affetto, di complicità artistica e di cuore che hanno legato Straub e Danièle Huillet (l’amatissima compagna di vita, recentemente scomparsa), a Buti ed a Dario Marconcini e Giovanna Daddi, appassionati protagonisti dell’importante percorso artistico condotto dal Teatro di Buti.


LA CRITICA / rassegna stampa (estratti)

IL MANIFESTO - GIANNI MANZELLA / LE PAROLE E IL LORO PESO:
”...Straub da una decina d’anni ha trovato ospitalità creativa presso il Teatro di Buti (sì, nel disastrato panorama clientelare del teatro nazionale ci sono ancora questi esempi di intelligenza e generosità)...tra cinema e teatro si muove l’omaggio che Contemporanea, il festival pratese, ha voluto rendere al regista. Un film, Le genou d’Artemide. Un lavoro teatrale. Le streghe, fresco di debutto e destinato anch’esso a farsi cinema... Legati l’uno all’altro, i due lavori, sono una sorta di rispecchiamento, reso manifesto dal passaggio dal maschile al femminile degli sguardi che vi si incrociano...Del cinema povero di Straub-Huillet, orgogliosamente indipendente e non commerciale e privo di orpelli spettacolari si è detto tanto...a questo stile, che poi è scelta politica e morale, non si sottrae il Ginocchio di Artemide...ne Le streghe, sono in scena Giovanna Daddi e Giovannella Giuliani bravissime. La prima adagiata su una geometrica dormeuse, vestita con leggera eleganza. L’altra, più dietro,seduta in punta ma non a disagio nel suo abito sportivo, lo sguardo distante. Dialogano...e le parole scorrono con ritmo musicale, modulate dall’artefice su un pentagramma che detta tempi e pause. Dicono sangue e sesso...parole che hanno un peso specifico forte dopo la morte prematura di Danièle, ma che sarebbe banale leggere in una chiave autobiografica (è autobiografica ogni espressione artistica). Torna in mente il mito di Sisifo riletto da Camus, nello stesso volgere degli anni ’40, verso l’uscita dall’incubo nazista, in un libro importante, forse frainteso. L’inesausta ricerca di senso al cospetto dell’incomprensibile sorriso degli dei.”

L’UNITA’ – VALENTINA GRAZZINI / QUEL BURBERO BENEFICO DI JEAN STRAUB:
“...non somiglia all’apparenza ai suoi spettacoli Jean Marie Straub: tanto lui è sbuffante, burbero, irascibile, percorso da moto perpetuo, tanto le sue creature sceniche sono rigorose, immobili, algide e un po’ austere. Ma l’apparenza inganna...e il pubblico vuole bene a Straub, prova ne è il tutto esaurito al Fabbrichino di Prato per Le Streghe, prodotto dal Teatro di Buti di Dario Marconcini ed interpretato da Giovanna Daddi (Circe) e Giovannella Giuliani (Leucò)...lo spettacolo ha incantato il pubblico nel suo trascorrere rapido e nitido, quasi un soffio che lascia inafferrati domande e significati...nello scuro della scena fiocamente illuminata, su cui la Circe di Giovanna Daddi si staglia adagiata a piedi nudi su un divano-triclinio, quasi lo scoglio di un’isola lontana....Per Straub e le sue attrici, le parole diventano dialogo interiore, flusso di pensiero che esce allo scoperto con tutto il suo carico di dolore...Circe rivela al di là dell’apparente distacco, una sensualità piena e matura, come la sua brava interprete. E alla fine, l’uomo con il sigaro in bocca che si aggira bofonchiando dietro le quinte, non è poi così diverso.”

ALIAS – CRISTINA PICCINO:
“...Gli attori in scena, Dario Marconcini e Andrea Bacci, apparentemente immobili, sono in realtà in continuo movimento impercettibile dei muscoli, degli occhi, una pausa, un prendere fiato: personaggi di un perfetto kabuki, che controllano al millimetro tendini ed emozioni...la lettura di Straub è tesa ed aperta, commovente, è politica. Inanella associazioni in cui chi guarda può (deve) muoversi liberamente. E’ un luogo intimo e collettivo insieme. Lo spettacolo, come le altre volte sarà film (il film Le genou d’Artemide, è stato presentato al Festival del Cinema di Cannes Ed. 2008 (n.d.r.))...perché poi quel ginocchio di Artemide è anche il teatro, è il cinema, è il gesto dell’arte. Libera, aguzza, appassionata. Il battito dell’utopia o dei polsi, al primo bacio di un infinito amore.”

LA REPUBBLICA – NICO GARRONE / GELIDO, STRUGGENTE, DISPERATO STRAUB:
“...Il sipario è un taglio di luce che attraversa la scena poverissima, un cubo di legno azzurrino accanto ad una sorta di triclinio...dove Jean Marie Straub ha messo in posa fissa, come per uno scatto della Camera Chiara di Roland Barthes, le protagoniste di Le Streghe....Adagiata in abito nero lungo, con la testa rialzata, sensuale e funeraria, tra Paolina Borghese e la figura femminile di un sarcofago etrusco, Giovanna Daddi scandiva con voce quasi distaccata, ritmata dai silenzi e contrappuntata dalle questioni di Leucotea (Giovannella Giuliani) in abiti maschili di campagna, il flusso inesausto (bekettiano?) dei ricordi di Circe: l’incontro fatale con Odisseo, i giorni ebbri dell’amore, l’infelicità senza rimedio dopo la fuga. Il tarlo dell’anima che la costringe a parlare, che l’ha resa umana, troppo umana. Gelido e struggente, di una disperazione implosa e palpabilissima. Difficile non pensare ai riflessi autobiografici, al vuoto lasciato due anni fa dalla scomparsa della sua compagna di una vita, Danièle Huillet.”
Giudizio: J LE STREGHE di C. Pavese, Regia J.M.Straub, Associazione Teatro di Buti

   

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Gli spettacoli saranno al Teatro Vittoria - via Europa, 2 - Cascine di Buti


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