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Associazione Teatro di Buti


canzoni e poesie
BRECHT... MI RICORDO...
MAHAGONNY SONGSPIEL


Come nasce un ‘idea? Un progetto? E’ sempre curioso: in questo caso una mattina sei lì che ti prepari la colazione, prendi il tuo biscotto. lo immergi nel caffè fumante, tutto intorno è silenzio, è mattina presto, e, in quel gesto da madeleine proustiana, ti viene in mente il Brecht che si faceva negli anni ’70, le sue poesie contro l’imbianchino Hitler, le ballate delle sue opere teatrali e anche uno strano spettacolo cantato in tedesco da uomini in doppio petto e donne in abiti di lamè in mezzo ad un ring da boxe: memorie che ti affollano la mente e ti fanno nascere la voglia di percorrere quei momenti di nuovo, di cercare di possederli, tanto che a un certo punto ne senti la necessità.
Allora in questo gioco di evocazioni ti immagini di vedere apparire Brecht in persona che ha gettato via le stampelle e col suo sigaro di traverso, l’occhio indagatore, col suo sorriso disincantato, con addosso la solita giacca e camicia un po’ logora, ti guarda e ti spinge ancora e di nuovo a parlare contro.
Insomma il vecchio caro Bertolt Brecht che viene “dai boschi neri” e che porta dentro di sé il “freddo dei boschi”, il quale ti pone le vecchie domande “come si agisce?” e poi “vieni al dunque” e ancora “come comportarsi nel nostro mondo?”.
Subito dopo ti ricorda che, mentre chiede all’attore la passione del raccontare e allo spettatore la partecipazione critica, devi anche divertire, non per “distrarre”, ma perché il suo teatro può avere tutte le motivazioni religiose, estetiche, morali, etiche, ma a condizione di divertire la gente.
Quante cose oltre alla durezza, la limpidezza, la razionalità ci chiede l’impaziente poeta Brecht!”
In qualche modo cercheremo di restituire e di rispondere ai suoi interrogativi, coi nostri semplici mezzi, attraverso questo primo appuntamento di febbraio; il secondo sarà ad aprile con Arturo Ui.

Questo spettacolo si divide in due parti: nella prima “Brecht...mi ricordo...” si ripercorrono in forma affettuosa alcune poesie contro la guerra scritte dall’esilio di Svendborg, intrecciate con le ballate più famose delle sue opere teatrali.
Nella seconda parte sarà rappresentata l’opera breve “Mahagonny Songspiel” con musica di Kurt Weill.
Prima di diventare libretto, “Mahagonny” era la quarta lezione del “Libro di devozioni domestiche” di lontana derivazione luterana (e qui Brecht rivela un altro aspetto interessante del suo io) nel quale si rifaceva all’uso delle famiglie protestanti di affidare ad ogni momento della giornata una speciale preghierae qui è “quella che ci vuole per le ore della ricchezza della consapevolezza e della presunzione”.
Alla sua prima rappresentazione a Baden-Baden (1927), il Songspiel sollevò uno scandalo sia per l’argomento che per il tipo di musica che conteneva insieme, in una originale contaminazione, musica colta, popolare, ritmi di danza, arie da canzonetta.
Songspiel è un gioco di parole fra singspiel e song, la canzone di tradizione angloamericana sulla quale lo spettacolo è quasi interamente basato.

Mahagonny è la città dell’oro, il paese della libertà sfrenata, il regno del disordine borghese la città del piacere. Non vi è nessuna regola, perfino l’arrivo di Dio e la minaccia dell’inferno, rimarranno senza effetto. Il solo principio è avere soldi e per ottenerli, tutti i mezzi sono buoni. Tutto è dominato dal dollaro, la luna stessa che illumina la città è di un bel colore verde dollaro.

Questa serata con i due spettacoli è un grosso impegno produttivo per il Teatro di But, perché impegna due attori, quattro cantanti di ballate, un fisarmonicista, sei cantanti lirici, dieci orchestrali, un direttore d’orchestra oltre al personale tecnico, scientifico e organizzativo necessario per la realizzazione.

Dario Marconcini

   

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